domenica 12 maggio 2013

Filosofia Greca (Presocratica) e Moderna

La filosofia greca
 
In genere si considera movimento ogni mutazione: in un soggetto, nelle idee, nelle opinioni. Nella filosofia greca Anassimandro attribuì al cosmo un movimento eterno; Anassimene affermò invece che il principio coincide con l'aria che per la sua natura mobilissima ben si presta ad essere concepita come sempre in movimentoAnassagora dotò il Nous di un movimento proprio, capace di muovere anche le cose del mondo, prima di esso vi era una massa mescolata in cui le omeomerie, cioè le particelle, non si distinguevano; Eraclito credeva nel panta rei, tutto scorre, tutto si muove, tutto passa, nulla resta immobile e fisso, tutto trasmuta senza eccezione, secondo un'armonia; Zenone invece negò la possibilità del movimento attraverso la dimostrazione per assurdo ed i paradossi giocando sull'infinita divisibilità di spazio e tempo; Democrito gli contrappose la relatività del movimento, in quanto rapporto tra atomi nel vuoto (movimento d'aggregazione con la sola regola che i più pesanti vanno al centro) e non passaggio da un punto all'altro nello spazio; Diodoro Crono della Scuola megarica ritornò a Zenone dichiarando “assurdo” il movimento; per Pitagora il movimento è quello degli astri, che è naturale ed armonico; Parmenide affermava che l'essere ha la caratteristica di essere immobile, quindi esclude il movimento equiparandolo al non-essere, che non esiste; Empedocle dal canto suo sostenne che il movimento tra amore e odio sussiste il mondo, quando cioè le cose non sono nè tutte mescolate nè tutte divise. Aristotele studiò il movimento come trasferimento locale, alterazione nella qualità, aumento quantitativo: operazioni tutte che mai toccano la sostanza dell'ente. Gli atomisti parlarono invece di un movimento eterno degli atomi. La filosofia medievale seguì in genere la tesi aristotelica. 
 
 
La filosofia moderna

Nella filosofia moderna il movimento è per Cartesio una relazione di contiguità; Leibniz lo critica definendo il movimento causa di mutamento; Kant identifica il movimento di una cosa con “il mutamento delle sue relazioni esterne con lo spazio” ed Hegel lo collega all'infinito matematico; in Bergson il movimento viene collegato al mutamento.


Fonti:
www.studenti.it (Il movimento nei filosofi presocratici)
www.sapere.it (Moviménto, Filosofia)
www.skuola.net (Presocratici - Teoria del movimento)

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